Il Kung Fu, letteralmente “duro lavoro”, è un’antica arte marziale cinese le cui origini risalgono al V secolo d.C., e oggi rappresenta uno degli sport nazionali più popolari della Cina. In occidente tendiamo a considerare il Kung Fu come l’insieme delle arti marziali cinesi, ma in verità il termine esatto è Wushu (arte della guerra), che per altro fa riferimento all’attuale forma sportiva.
Questa disciplina coniuga l’aspetto artistico, ovvero la bellezza del movimento, con quello marziale, e quindi con lo studio delle strategie di combattimento.
Prima che i film di Hong Kong raggiungessero il grande pubblico, il Kung Fu era appannaggio di una ristretta cerchia di discepoli che accedevano alla conoscenza solo tramite gli insegnamenti di un Maestro (Shifu). Dunque la lunga storia di questa disciplina è fatta di preziosi insegnamenti, ricchi di molteplici aspetti culturali, che il maestro impartiva come un vero e proprio educatore.
Il primo stile si sviluppò nel nord della Cina ed è conosciuto con il termine Shaolin, dal nome dell’omonimo tempio in cui la leggenda narra che avvennero i primi insegnamenti delle tecniche di difesa, combattimento e meditazione trasmessi da un misterioso monaco taoista proveniente dall’India. Allo stesso al monaco è attribuita anche la diffusione del Buddhismo Chan (Zen), andando quindi ad intrecciare la pratica fisica con un percorso spirituale che contempla anche il concetto di Yin e Yang, il profondo principio che vede la nascita della dualità dalla totale assenza dopo la creazione dell’universo, ripreso figurativamente all’interno del Kung Fu dall’alternanza dei movimenti.
Le arti marziali sono centinaia e vengono suddivise ufficialmente in stili che adoperano differenti tecniche, eleganti e fluide, oppure con salti e calci, alcuni prediligono la conservazione fisica e altri privilegiano la forza, alcuni danno rilevanza all’aspetto e altri sviluppano l’energia interna del corpo. Esistono gli stili del nord e del sud, a seconda della demarcazione geografica dettata dal Fiume Giallo, gli stili interni e stili esterni, che differiscono dalla tipologia dei movimenti più o meno ampi e corti, gli stili imitativi che richiamano i movimenti istintivi degli animali e infine il Wushu sportivo che è caratterizzato da movimenti ginnici spettacolari e regole comuni per accedere alle competizioni.
A differenza di alcune tecniche che prevedono esclusivamente l’utilizzo delle mani nude, in altre discipline è previsto l’utilizzo delle armi, che rivestono un ruolo molto importante, soprattutto nel moderno Wushu. Le armi più usate sono il Gun, bastone di legno, la Jian, spada diritta e il Nunchako, bastone a due pezzi unito da una catena. Meno diffuse, invece, sono la lancia, l’alabarda, il pugnale e il ventaglio.
Nel Kung Fu a beneficiare degli esercizi non è solo il corpo, attraverso il potenziamento del fisico, il rafforzamento dell’apparato muscolare e il miglioramento dei riflessi istintivi, ma anche tutti quegli aspetti psicologici, mentali e spirituali caratteristici della vita, come ad esempio il carattere e la fiducia in se stessi, il coraggio di intraprendere azioni e affrontare situazioni. Inoltre ci sono pratiche come lo Shaolin e Tai Chi che permettono di alleggerire il carico da stress, facendo scaricare la tensione, e amplificano la concentrazione mediante il rallentamento il controllo.
A Jayuguan incontrammo un vecchio
che faceva esercizi al lato di una piazza.
Ci sorrise con il volto sereno.
Eravamo lì per caso, lui no.
Ogni mattina all’alba,
con il sole o con il gelo,
esercitava il suo corpo
e la mente alla disciplina.
Si lasciò accarezzare
dai nostri sguardi stupiti,
ma proseguì il suo percorso
con l’orgoglio di sorprenderci.
Per noi, umili spettatori,
era un luogo lontano,
erano abitudini distanti,
per lui era vita quotidiana.