Stefano Rosati, 1966, toscano. Ho iniziato a viaggiare in solitaria da adolescente, sponsorizzato da genitori illuminati che, pur non essendosi mai mossi dai confini nazionali, avevano intuito e assecondato il mio desiderio e la curiosità per il mondo.

Ogni volta che rientravo da un viaggio ci dilungavamo molto nei racconti che presto mi accorsi essere insufficienti a soddisfare il loro interesse, così acquistai una piccola macchina fotografica per riportare immagini da integrare alla narrazione.

Rabbrividisco nel ripensare a quelle fotografie, eppure anche quegli scatti hanno sempre sortito l'effetto voluto e assolto la funzione per la quale erano stati impressi sulle pellicole.

Nel tempo ci sono stati anche periodi oscuri in cui la fotografia non aveva spazio, e momenti frustranti quando non riuscivo a trasmettere le emozioni interiori provate negli attimi che avevo fermato. Ma con la maturità si comprende che questo è impossibile da riportare, e forse è giusto che certi ricordi vivano soltanto come personale bagaglio di vita.

La documentazione dei viaggi e l'amore per la fotografia - che con autoironia e scherzosamente si potrebbe definire quasi una malattia di cui sembra non voglia essere guarito - sono, in fondo, sempre stati presenti nella mia vita, quasi un percorso nel percorso.

Con il tempo la passione personale, supportata dallo studio e dall’esperienza, si è raffinata e sviluppata qualitativamente sia nella tecnica, sia nel pensiero che accompagna ogni viaggio e le immagini che lo raccontano: il reportage.

… e il viaggio prosegue sempre con entusiasmo verso nuove avventure…

 

E questa è la mia storia.

Questo luogo invece è tutta un’altra storia, o meglio è il condensato delle storie in viaggio di tutta una vita.

Controcorrente. Qui, al contrario di qualsiasi sito internet, è raccolto tutto il mio archivio fotografico che, differentemente, non avrebbe voce e visibilità.

La curiosità mi ha portato in giro per il mondo e la passione per la fotografia mi ha spinto a ritrarlo. Ma spesso le immagini, almeno per il mio sentire, non sono sufficienti a raccontare le storie che certe volte ci colpiscono particolarmente, così è nato anche il desiderio di raccontarle con le parole.

È troppo? Tutto è opinabile e può essere il frutto di infinite discussioni filosofiche, ma niente è così accettabile e influente come una scelta decisa che scaturisce da un preciso pensiero.

Ogni viaggio è unico e irripetibile, ogni viaggio rappresenta un bagaglio culturale e un’esperienza intima impossibile da narrare in ogni suo aspetto. Qui si trova ciò che maggiormente potevo condividere affinché chiunque lo desideri possa usufruirne.

Per la mia visione della conoscenza il viaggio rappresenta più di ogni altra cosa il simbolo della cultura. Viaggiare nel mondo è stata la mia vita: un privilegio meraviglioso.

Copyright: non esiste la proprietà della cultura, tanto meno delle parole, esiste solamente la responsabilità delle proprie azioni.


Emergency Ambasciatore Dynamo Ger Camp